Le competenze fondamentali per lavorare nell’arte e nel gallery management

Lavorare in una galleria d'arte oggi impone un milione di competenze, molte delle quali ben diverse da quelle più facilmente immaginabili. Qui ti illustro competenze e figure professionali oggi indispensabili.
Lettura in: 5 minuti

Spesso si è portati a credere che per poter lavorare nel settore del commercio delle opere d’arte si debba essere dei “cultori della materia”, dei grandi appassionati di arte, magari anche con una spiccata vena artistica: in realtà non è così.

Sicuramente, come in tutti i mestieri, avere una personale cultura nella materia trattata e soprattutto la passione per ciò che si fa, contribuisce a dare una marcia in più a tutto il meccanismo; tuttavia, per lavorare in una galleria d’arte non è assolutamente indispensabile possedere una grande preparazione in campo artistico.

Non dimentichiamo, infatti, che il fine ultimo di una galleria d’arte è sempre la promozione e vendita di opere realizzate da artisti, con i più dei quali sono stati stretti specifici accordi di collaborazione.

E gli artisti devono essere coccolati e assistiti in tutte le fasi del lavoro, perché abbiano piena fiducia nella struttura ed ancor più nella persona con la quale interagiscono: il gallerista, quindi, deve essere empatico, oltre che ben preparato a sostenere questo ruolo di responsabilità. Diversamente, gli artisti potrebbero non riuscire a lavorare con la necessaria serenità, e l’investimento – magari anche importante – di risorse da parte della galleria potrebbe non dare i frutti auspicati e preventivati.

 

Le competenze

All’interno di una galleria vi sono, peraltro, diverse figure: il gallery manager, il gallery assistant e molto frequentemente diversi stagisti che si occupano di molte attività, a volte anche rilevanti, ma senza avere un ruolo di responsabilità.

Disporre di personale qualificato, dunque, condiziona la vita ed il successo di una galleria. Lavorare in una galleria d’arte al giorno d’oggi impone un milione di competenze, molte delle quali ben diverse da quelle più facilmente immaginabili.

Le competenze di cui parliamo, per loro natura, si dividono in due tipologie:

  • Soft skills
  • Hard skills

Le prime, purtroppo o per fortuna, non può insegnarvele nessuno, ma si possono scoprire, sviluppare e perfezionare: si tratta di competenze personali o trasversali che, se applicate a dovere, facilitano notevolmente le attività lavorative ed il perseguimento dello scopo finale.

Le seconde, invece, sono competenze “tecniche”, che si acquisiscono con lo studio e con l’esperienza pratica. Le più importanti hard skills si riscontrano nel corretto utilizzo dei “tools”, strumenti necessari nell’operatività quotidiana. Esempi di tools dei quali, inaspettatamente, si “abusa” in ambito artistico, sono i mezzi di “scheduling” ed “advertising”.

Possedere una mente analitica e organizzativa è di grande aiuto in tantissime attività che giornalmente vengono svolte in galleria, da quelle prettamente logistiche, alla calendarizzazione degli eventi, alla realizzazione di “to do list” mentali per il raggiungimento degli obiettivi.

Il lavoro di un gallerista, così come quello di un assistente di galleria, deve svolgersi con attenzione costante: spesso va riorganizzato velocemente e la capacità di problem solving è essenziale per arrivare a fine giornata senza un esaurimento nervoso (e senza aver provocato danni).

La conoscenza acquisita dal confronto continuo con i competitors, dall’esperienza maturata con la ripetitività delle problematiche e delle proprie correlate azioni e reazioni, nonché dai tanti tentativi precedentemente compiuti seguendo il proprio intuito e spirito di iniziativa, contribuiscono grandemente alla buona riuscita delle mansioni lavorative ed al raggiungimento del risultato.

Per lavorare in una galleria d’arte, come detto, non serve essere degli artisti, ma è tuttavia fondamentale possedere una forte creatività. Avere infatti idee creative nella gestione dell’attività, anche ordinaria, consente di essere costantemente aggiornati -se non addirittura preveggenti – sulle tendenze dei collezionisti.

L’intuito di un gallerista, così come di un art dealer, svolge un ruolo decisivo nella fase di selezione del carnet dei propri artisti. Mantenere una propria identità e coerenza nelle scelte artistiche è molto complesso e si ripercuote sia sulla carriera dell’artista che sulla credibilità della galleria.

La scelta degli artisti, seppure di fondamentale importanza, perde però valore se non è supportata da una efficace organizzazione – e magari da una buona trovata – del marketing. Il marketing, infatti, è ciò che rende le opere “desiderabili” dai collezionisti, ed è proprio il marketing che attribuisce un valore economico e commerciale alle opere. Se non si riesce a raccontare una storia che giustifichi il prezzo di vendita di un’opera, difficilmente qualcuno sarà disposto a spendere i propri soldi per averla.

È sicuramente molto interessante conoscere a menadito i curricula degli artisti, ma fare sfoggio di cultura senza riuscire a comunicare il valore del loro lavoro è inutile per il raggiungimento dell’obiettivo di vendita e così la galleria viene meno ai suoi doveri nei confronti degli artisti.

Dunque, è molto più importante essere un esperto in marketing che avere una spiccata sensibilità artistica.

Le figure professionali

Nella promozione delle opere d’arte intervengono due ruoli che possono sovrapporsi in un’unica figura oppure essere ricoperti da più persone che co-lavorano in team: il Marketing & Communication Specialist e il Networker.

Per chiunque voglia lavorare e far carriera nel settore del mercato dell’arte, è di fondamentale importanza conoscere molte persone, in qualsiasi ambito ma in particolare nel mondo dell’arte: curatori, collezionisti, direttori di musei, critici, giornalisti, sono solo alcune delle figure con le quali è assolutamente necessario intrattenere costanti (e buoni) rapporti.

Creare una fitta rete di contatti, più o meno solidi, consente di aumentare la propria visibilità, il proprio pubblico, e, in alcuni casi, porta a collaborazioni e partnership interessanti e proficue con altri enti, spesso utili per ramificare ulteriormente la rete. Per garantire il proprio inserimento e la permanenza in questo mondo è necessario presenziare ad eventi nazionali ed internazionali, quali, ad esempio, le fiere, in cui si incontrano tutte le figure sopracitate e si viene a contatto con i competitors che, un domani, potrebbero anche rivelarsi utili collaboratori.

Il continuo aggiornamento e inspessimento delle maglie della rete porta una galleria, così come le figure che vi lavorano all’interno, ad avere un proprio nome e riconoscimento nel mondo artistico.

In parallelo alle attività di compravendita delle opere, chi vuole lavorare in questo settore, ancor più che in altri in cui vi è pur sempre contatto con il pubblico, è fondamentale riservare una dedizione particolare al cliente.

Il Customer Relationship Manager, spesso il gallerista stesso, si occupa dunque della gestione delle relazioni con il cliente, finalizzate alla sua conquista e conservazione, svolgendo tutte le attività di gestione delle operazioni di marketing, aiuto alla vendita, e servizio clienti, cercando di esaudire ogni desiderio o volontà del collezionista, senza essere invadente ma sempre presente.

Conclusioni

Come avrete compreso, le competenze richieste ad un gallery manager sono molteplici e sempre in fase di evoluzione: prima fra tutte, essere un ottimo comunicatore; secondo poi, essere munito di una notevole dose di pazienza, perché le attività da svolgere sono tante, i tempi quasi sempre stretti e l’imprevisto è sempre dietro l’angolo.

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