Di smart working e digital skills ne abbiamo sentito parlare molto spesso in questo ultimo periodo.
Infatti il nostro modo di lavorare ha vissuto, e sta ancora vivendo, un cambiamento repentino.
Il lavoro agile è passato rapidamente ad essere una soluzione straordinaria per l’emergenza a condizione ordinaria per moltissime aziende e gli ultimi dati a questo proposito ci danno una maggiore chiarezza riguardo il nostro futuro: si stima che circa il 35% delle aziende non tornerà negli uffici.
Tutto questo da voce ad un vortice di conseguenze, sia positive che negative, che riguardano sia i professionisti del settore sia chi entra adesso nel mondo del lavoro: c’è un gran bisogno di nuove competenze!
Quindi, mentre lo spazio di lavoro sperimenta una nuova concezione, le abitudini e i processi cambiano drasticamente. La figura del recruiter si trova oggi a dover cercare talenti in linea con le nuove richieste del mercato, e ricercare queste competenze in modalità del tutto nuove: ovvero virtualmente.
Quali sono quindi le nuove competenze da sviluppare per restare competitivi nel mondo del lavoro?
Lo vediamo in questo articolo!
Hard, Soft skills e Digital Skills
Per prima cosa è importante sapere che ad oggi quando parliamo di competenze, si deve far riferimento a tre gruppi distinti:
• hard skills,
• soft skills
• digital skills
Partiamo dalle prime due, lasciando per un momento a parte la terza categoria.
Le competenze tecniche
Innanzitutto, quando parliamo di hard skills dovremmo immaginare una sorta di cassetto degli attrezzi. Infatti, è un vero e proprio set di competenze tecniche che possiamo acquisire attraverso percorsi di formazione e la pratica costante.
Queste sono facilmente valutabili grazie anche ad un primo screening di un CV, per cui un recruiter può individuarle senza troppa difficoltà.
Per fare un esempio più tangibile, le hard skills possono essere il livello di conoscenza di una lingua, utilizzo e conoscenza di programmi, attestati acquisiti attraverso corsi di formazione e così via.
Le competenze trasversali
Le soft skills, d’altra parte, rappresentano quelle caratteristiche caratteriali e comportamentali che un recruiter deve prendere in considerazione nel processo di selezione.
Per fare degli esempi specifici su questo tipo di competenze, possiamo parlare di problem solving, resistenza allo stress, proattività e creatività, gestione del tempo.
In uno scenario in cui i cambiamenti sono all’ordine del giorno, ampliare il bagaglio di competenze trasversali ci porta ad essere concretamente più preparati ai repentini cambiamenti e affrontare contesti sempre diversi.
Per questo motivo le soft skills sembrano acquisire sempre più importanza con l’avvento dello smart working e sono sempre più responsabili della qualità del lavoro.
Le hard skills da sole non bastano più, e oggi i recruiter sono sempre più propensi ad assumere chi è in possesso di quelle competenze trasversali che hanno a che fare con il carattere, con il modo di fare.
E infine, le competenze digitali
Con la crescente digitalizzazione del contesto aziendale, l’esigenza è quella di assumere delle risorse sempre più abili nell’utilizzo delle nuove tecnologie.
Non a caso infatti, già dal 2006 si inizia a parlare di digital skills, ma cosa sono? E perché è importante per i recruiter saperle riconoscre?
ll termine Digital Skills sta a indicare una serie di competenze digitali e abilità tecnologiche che spaziano dalle conoscenze più basilari (come il saper usare un computer) alle competenze più avanzate (come quelle relative allo sviluppo dei software specifici).
Le Digital Skills sono in costante evoluzione e si adeguano man mano ai progressi della tecnologia.
Acquisire queste competenze è possibile grazie a corsi di formazione specifici, ma ad oggi, per trovare lavoro, è richiesta una discreta alfabetizzazione digitale e il loro numero minimo è costantemente in aumento.
Non a caso, secondo il report The Future of Job del The World Economic Forum, nel 2030 9 lavori su 10 richiederanno competenze digitali avanzate, un dato che riguarda tutti i settori e tutte le funzioni aziendali ed è per questo motivo che è importante sempre di più acquisirle.
Quali saranno le competenze più utili nel futuro?
Abbiamo chiare quindi le differenze tra le competenze richieste dalle aziende, e abbiamo visto le varie sfaccettature di questo termine, utile soprattutto per chi sta cercando lavoro, ma anche a chi vuole specializzarsi nel mestiere del recruiter ed è ancora ai primi passi.
Veniamo però al dunque e vediamo quali sono effettivamente quelle skills necessarie per far carriera in un futuro imminente e quali saranno sempre più ricercate nelle risorse:
- Pensiero analitico e innovazione
- Apprendimento attivo e strategie di apprendimento
- Risoluzione di problemi complessi
- Pensiero critico e analisi
- Creatività, originalità e iniziativa
- Leadership e influenza sociale
- Uso, monitoraggio e controllo della tecnologia
- Progettazione e programmazione della tecnologia
- Resilienza, tolleranza allo stress e flessibilità
- Ragionamento, risoluzione dei problemi e ideazione
La nuova sfida per i Recruiter
La nuova sfida dei recruiter, e in generale, quello del modo HR è quello di adeguare le loro conoscenze al cambiamento. Mi spiego meglio.
Abbiamo detto che molte aziende adotteranno la modalità smart working, parziale e addirittura totale e in molti casi quindi, il gruppo di lavoro dovrà fare i conti con abitudini e soprattutto ambienti lavorativi del tutto differente.
In questo scenario, i recruiter dovranno saper affrontare il processo di selezione a distanza. Dovranno quindi effettuare video colloqui, test attitudinali e scegliere il miglior candidato con l’ausilio di uno schermo, in uno spazio virtuale.
Questo cambiamento porta in gioco due elementi importanti:
– il recruiter deve saper individuare le hard, soft e digital skills dei candidati e capire in che modo queste competenze possano effettivamente fare un match con l’azienda.
– questa figura professionale deve acquisire nuove competenze digitali necessarie per portare a casa gli obiettivi in smart working
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