Gli individui convinti che i loro talenti possano essere sviluppati tendono ad ottenere maggiori risultati di quelli con una mentalità più fissa. E questo è un dato di fatto.
La motivazione, infatti, scatena l’energia, che a sua volta, ci porta ad apprendere più velocemente nuovi concetti. Avere un approccio proattivo alla formazione è necessario per entrare nel mondo lavorativo attuale, ma anche per migliorare la nostra posizione.
Questo tipo di approccio è chiamato “growth mindset” e si differenzia da una mentalità, invece, più chiusa, che non crede sia possibile migliorarsi e sviluppare altre abilità.
Perché è importante che le aziende ne prendano coscienza?
Per le aziende, formare il personale significa fare piccoli ma decisivi passi verso il successo. Persone motivate e incoraggiate alla formazione riusciranno ad essere più produttive e si sentiranno parte di un obiettivo più grande, collettivo.
Ecco allora che l’azienda deve decidere come investire le risorse economiche nella formazione e selezionare il programma più idoneo al suo core business.
Come selezionare la formazione aziendale
Al di là delle differenze che intercorrono tra aziende, un buon modo per capire su cosa fare formazione è identificare le competenze mancanti.
Il punto di partenza, dunque, è un’analisi dettagliata della propria storia ed evoluzione, mettendo in luce criticità, ma anche punti di forza. In questo lavoro (che sembra facile, ma richiede impegno), è importante confrontarsi con i maggiori competitors e individuare le aree su cui agire prima possibile per batterli sul tempo.
Bisogna individuare le nuove competenze che i dipendenti devono acquisire, reparto per reparto. Ad esempio, per ridurre il numero di negozi fisici e soddisfare l’aumento delle vendite online, sarà necessario riqualificare il personale (o viceversa). Dovranno apprendere nuove competenze digitali e come gestire le vendite online e il servizio clienti.
Un consiglio importante è quello di coinvolgere i dipendenti nel processo di pianificazione strategica e includerli nell’identificazione delle competenze chiave. Questo aiuterà a ottenere il loro buy-in.
Sollecitare i dipendenti ad acquisire nuove competenze per diversi ruoli non è altro che il cosiddetto “reskilling”. I vantaggi della riqualificazione interna sono molteplici, ma sicuramente è una manovra che aiuta a ridurre i costi e risparmiare del tempo. Assumere nuovo personale, infatti, è costoso e, forse, anche più rischioso.
Altro metodo per selezionare la giusta formazione è studiare le nuove tendenze. Oltre alla riqualificazione specifica, infatti, si potrebbe investire su competenze digitali, oggi sempre più richieste dal mondo iperconnesso.
Tra le digital soft skills più importanti troviamo:
1. knowledge networking: capacità di individuare, salvare, condividere, filtrare (riconoscere le fake news) le informazioni trovate online sui social e nelle comunity;
2. virtual communication: capacità di comunicare attraverso i nuovi strumenti tecnologici, veicolando la propria identità digitale;
3. digital awareness: capacità di utilizzare gli strumenti digitali in maniera critica, dividendo la vita reale da quella virtuale, proteggendo i dati personali;
4. self empowerment: capacità di risolvere i problemi utilizzando la tecnologia
Ancora, un’azienda, attenta ai veloci cambiamenti della nostra società, potrebbe investire su un corso di remote working. Il remote working, come sappiamo, è una modalità lavorativa ormai entrata nella nostra routine, ma che abbiamo faticato ad assimilare. Molte persone ancora non sanno come gestire il lavoro fuori dalle quattro mura dell’ufficio e bilanciare vita professionale e vita lavorativa.
AcademyQue, prima Digital & Business School, ha ideato un Corso che aiuta ad ottimizzare le proprie mansioni da casa e trovare il giusto equilibrio. Col Corso di Smart e Remote Working si impara a creare fiducia, aumentare la produttività, utilizzare gli strumenti digitali in modo intelligente, essere collaborativi e rimanere produttivi e allineati con il proprio team remoto.